Come raccontato in un precedente articolo e su altre pagine che trovate su questo sito, sono molteplici le motivazioni che hanno reso l’apertura di una posta privata un business proficuo, specialmente in questo periodo storico che ci vede alla prese con una pandemia.
Il fatto che si tratti di una tipologia di attività che può restare operativa anche in caso di lockdown totale (si tratta di un servizio essenziale) ha aperto uno scenario nuovo, al quale gli operatori presenti sul territorio nazionale si sono trovati impreparati: non tutti infatti si aspettavano un incremento dei servizi di pick up (ritiro di pacchi e prodotti postali a domicilio), situazione che in alcuni casi ha portato ad un aumento del personale da impiegare in questa tipologia di servizio.
Nel 2020 abbiamo inoltre registrato un notevole incremento delle piattaforme di e-commerce: tutte le attività commerciali che prima vendevano i propri prodotti a banco si sono dovute adattare alle nuove necessità di mercato, attivando appositi siti web che permettessero di vendere i propri prodotti. Ed ovviamente una volta che si vende qualcosa online è necessario spedirla. Situazione che ha permesso a molte poste private di incrementare il proprio giro d’affari.
Queste sono alcune delle motivazioni che nella prima parte del 2021 hanno visto l’aumento di richieste verso il MISE per l’ottenimento delle licenze postali private.
Quanto costa aprire una posta privata
Ma la vera domanda oggetto di questo articolo è: quanto costa aprire una posta privata?
Partiamo sempre dal presupposto che una posta privata deve avere una partita iva, esattamente come qualsiasi altra attività imprenditoriale. I primi costi di cui dobbiamo quindi tener conto sono quelli classici che qualsiasi imprenditore si trova davanti nel momento in cui si rivolge al commercialista: affitto del locale (€ 500 al mese), utenze varie (€ 150 al mese), diritti camerali (€ 120 all’anno), bolli e diritti di segreteria (€ 70 circa), compenso del commercialista (fra € 70 ed € 150 al mese).
Licenze postali
Entrando più nello specifico del settore postale, una posta privata deve obbligatoriamente richiedere ed ottenere le licenze postali dal MISE: parliamo di una cifra variabile tra € 900 ed € 1800 a seconda delle licenze richieste.
Subentrano poi una serie di costi legati alle spese di personale (INPS, INAIL, stipendi) che sono più materia adatta ai consulenti del lavoro, ma parliamo di cifre che grosso modo si aggirano attorno ai 20.000 € annui per singolo dipendente.
Arredamento
I più fortunati possono iniziare l’attività arredando la posta privata con ciò che magari già avevano, eredità di precedenti attività lavorative oppure arredamento moderno che ben si adatta ad una posta privata. Chi dovesse invece trovarsi a dover acquistare l’arredamento per la prima volta dovrà considerare una spesa di almeno € 5.000 per avere un ufficio completo di tutto: banconi, sedie, casellari, librerie, bilance, e così via.
Dotazione informatica
Altro capitolo di spesa importante è la dotazione informatica: ormai pc fissi e notebook hanno costi molto bassi, il mio suggerimento è quello di acquistare comunque qualcosa che possa essere aggiornabile nel corso degli anni, magari spendendo un po’ di più nella fase di start up ma andando a dimezzare i costi negli anni successivi. Diciamo che con altri 2.000 e riusciamo ad avere una buona dotazione informatica.
Infine ci sono da affrontare i costi legati agli strumenti di lavoro veri e proprio: software d’agenzia, piattaforme di spedizione, portali di e-commerce e tutta una serie di servizi che potete acquistare da terzi oppure sviluppare in casa nel caso abbiate le competenze. Anche in questo caso parliamo di circa 1.000 / 2.000 € all’anno che vanno via fra software e canoni di assistenza.
Questo è grosso modo ciò che andrete a spendere per aprire una posta privata.
Ovviamente, nel caso in cui vi affidiate a un franchising (ma perché farlo?), il costo potrebbe lievitare di circa 5.000 € in eccesso, a cui vanno aggiunte le fee mensili da versare al franchising.
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Puoi trovare maggiori informazioni sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.